Gazette

Curiosité o Gouriosité?

12 Dic 2023 #clarasletter
I segreti della Wunderkammer ed interpretazioni gourmet à la mode

by Clara Nanut @gour.mode

“Curiosity killed the cat”, direbbero gli inglesi, ma la gouriosità calda e fragrante è il piatto prediletto da ogni Gou Gou a colazione, pranzo e cena.

Il suo pane quotidiano.

La gouriosità più vera e sincera è quell’appetito stuzzicante per tutto ciò che è bello, buono e allo stesso tempo misterioso ai più. La si coltiva gustando specialità esotiche, varcando cortili inesplorati, studiando “il sole e l’altre stelle”, odorando fragranze dagli ingredienti inusuali, collezionando oggetti originali, adornandosi mani e décolleté delle pietre più bizzarre e preziose… e ci duole confidarvelo, non la si soddisfa mai.

Un vero Gou Gou nasce gourioso e muore gourioso, è la sua sorte e ne va profondamente fiero.

È per questo che abbiamo deciso di aprirvi le porte di un mondo straordinario, una camera delle meraviglie nella quale custodiamo come tesori, i nostri preziosi consigli, un Cabinet de Curiosités che noi abbiamo chiamato per l’occasione Cabinet de Gouriosités, lapalissiano.

Ma – fermi tutti! – torniamo indietro nel tempo, per scoprire come nacquero e cosa significarono queste camere delle curiosità. Gouriosi?

La Wunderkammer o Kunstkammer – sì, perché non erano sufficienti i suddetti nomi bislacchi e anche i tedeschi pretendevano i loro – era utilizzata fin dal 1500 per indicare particolari mobili o ambienti in cui venivano custoditi oggetti straordinari sia per la loro unicità che per la loro provenienza. Per metonimia dal luogo di conservazione, il Cabinet de Curiosités venne nel tempo ad indicare la collezione stessa.

Ispirato agli studioli degli umanisti rinascimentali e antesignano meno metodico e più caotico del contemporaneo museo, il Cabinet de Curiosités fu un fenomeno di collezionismo Cinquecentesco che serviva anche a stabilire lo status socioeconomico del suo curatore.

Le Wunderkammern spopolarono poi nel Seicento, alimentandosi del gusto barocco, e s’arricchirono con le scoperte scientifiche illuministe del Settecento.

Ma cosa doveva custodire un Cabinet de Curiosités per definirsi tale? È semplice: cose meravigliose, mirabilia, che potevano venire dal mondo naturale, naturalia, o essere artefatti creati dalle mani dell’uomo, artificialia.

Nel 1587 Gabriel Kaltemarckt rivelò a Cristiano I di Sassonia i tre tipi di oggetti indispensabili per realizzare una Kunstkammer: in primo luogo sculture e dipinti; in secondo luogo, oggetti curiosi locali e stranieri; e in terzo luogo, “palchi, corna, artigli, piume e altre cose appartenenti ad animali strani e curiosi”.

Pareti rivestite di scansie, cassettini, armadietti, stipetti e vetrinette, in cui fanno la loro comparsa teche, campane, barattoli, insieme a zanne d’elefante, uova di struzzo, rami di corallo, erbari e stampe antiche, uccelli e rettili imbalsamanti, perle deformi, semi di frutti esotici, cammei e pietre preziose, conchiglie lucenti… e no, non sono gli ingredienti della pozione Polisucco, è l’aspetto degli antichi Cabinet de Curiosités.

Con il passare del tempo e delle mode i Gou Gous d’oggigiorno conserverebbero nel loro Cabinet de Gouriosités una diversa collezione d’oggetti stravaganti.

Un olio essenziale alla mirra eritrea, un cofanetto di marron glacés e violette zuccherate da gustare con una tazza di tè Oolong alla cannella, un set di chinoiserie di raffinata fattura, un kimono di seta stampata… di certo un paio d’ orecchini spaiati a forma di coda d’aragosta con perle di fiume o cristalli color citrino e un cerchietto che rievoca un croissant in tessuti vellutati e scintillanti, ma questa è un’altra storia, o forse no.

Gouriosi?

Potrebbe
interessarti

Cabinets de Curiosités milanesi
Gazette
J’adore le parfum
Gazette