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La storia del costume da bagno

13 Lug 2023 #alamode
Di lana, di lycra e di scandali sotto il sole

by Maria Bellotto@thecashmerediaries 

“Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare”… e delle mise da spiaggia cosa vogliamo dire? Nulla è più indice di vero buongusto che l’outfit da ombrellone, n’est pas?

Scegliere il costume da bagno, infatti, non è affatto una questione banale; costume intero o due pezzi? Slip o boxer (anche se su questo non dovrebbero sorgere dubbi)? Quanti ne mettiamo in valigia? E come copricostume, rubo una camicia di lino a lui e mi preparo alla fuga quando se ne accorge, o mi affido a un pareo di seta?

Ma fermi, fermi nostri Gou Gous, prima di scivolare in una crisi esistenziale da cosa metto in valigia, oggi vi vogliamo parlare dell’avvincente storia dei costumi da bagno, che inizia nel diciottesimo secolo. Ma andiamo con ordine.

Il XVIII secolo: di lana bagnata e tintarelle di luna

Mentre il Gou Gou del diciottesimo secolo adottava un approccio più nature, per quanto riguarda la moda femminile lo stile era – ça va sans dire diverso, per quanto molto scomodo e poco pratico.

I primissimi costumi da bagno erano infatti in lana e cotone e vi lascio immaginare cosa potesse succedere una volta che le sirenette del tempo uscivano dall’acqua. Il peso specifico del capo diventava lo stesso di quello della borsa da viaggio che preparate per un weekend fuori porta, in cui l’approccio “lo stretto indispensabile” non è stato nemmeno lontanamente preso in considerazione.

Anche la questione cromatica lasciava a desiderare e i costumi da bagno erano perlopiù rossi, blu o neri – inoltre, potete immaginare, coprivano praticamente tutto il corpo, ma non solo per una faccenda di pudicizia. In realtà al tempo l’abbronzatura era considerata da evitare come la peste perché, horreur, non era affatto elegante!

Il XIX secolo: colletti e marinaretti

Dobbiamo aspettare poi fino al diciannovesimo secolo per vedere un costume da bagno che somigli – vagamente – a quelli contemporanei.

Per prima cosa, finalmente anche il Gou Gou ha i suoi capi per godersi la spiaggia senza imbarazzo: va in auge anche il costume da bagno da uomo e i nuovi outfit prevedono colletti e pantaloni che arrivavano sopra le ginocchia.

Dobbiamo ringraziare la moda del periodo per lo stile marinière: è proprio nel diciannovesimo secolo che fanno la loro comparsa deliziosi costumi a righe bianche e blu – e se ancora non ne avete uno nel vostro cassetto, vi consigliamo caldamente di procurarvelo per la prossima estate.

Il XX secolo: scandalo in spiaggia

Ma non sarebbe una storia avvincente senza qualche scandalo: siamo nel ventesimo secolo, nel 1907; una spiaggia americana, in esterno, di giorno. Anette Kellerman, al top della sua forma di nuotatrice australiana, osa presentarsi con un costume a due pezzi: fu arrestata ma fece la storia. Devono però arrivare gli anni Trenta e il primo dopoguerra perché la Gou Gou di inizio secolo possa trovare nei negozi stili più audaci che lascino scoperta la schiena, mentre finalmente il Gou Gou può togliersi la t-shirt in spiaggia.

Arriva il secondo dopoguerra e come al solito sono i francesi a fare la storia della moda. Nasce il bikini che lascia scoperto l’ombelico: è l’Atome, disegnato nel 1946 da Jacques Heim, e il modello per il tempo è decisamente… striminzito.

Ma per il bikini come lo conosciamo oggi deve metterci il naso l’ingegnere di turno, Louis Réard, che prese il nome dell’isola di Bikini dove quell’anno si era svolto un test nucleare. Che dire, Louis non mancava di creatività e di un certo spirito.

Ovviamente un capo così sexy sconvolse il mondo della moda e non solo, tanto che inizialmente i bikini furono vietati negli Stati Uniti e in molti paesi di religione cattolica. Ma attention, il mondo sta cambiando, perché siamo negli anni Cinquanta!

Cinquanta, Sessanta, Settanta: lycra, nylon e monokini

Se negli anni Cinquanta gli slip dei costumi da bagno arrivavano ancora sopra l’ombelico e i top coprivano completamente il busto, inizia però la rivoluzione della lycra e del nylon, tessuti che rendono i nostri capi da spiaggia molto più pratici e comodi.

Con la fine del secolo e la rivoluzione sessuale iniziata nel 1968 anche l’outfit da spiaggia cambia: l’abbronzatura diventa di moda e nascono modelli pensati proprio per lasciare più pelle scoperta possibile – le trisavole delle Gou Gous anni Settanta hanno qui un piccolo mancamento. Nascono i monokini e gli anni Ottanta sono il decennio degli eccessi con gli slip taglio brasiliano e tanga – per le più gouraggiose.

Oggigiorno abbiamo assistito a un ritorno dei costumi interi, spesso sgambati e a uno stile un po’ retro (che dicevamo dello stile marinière?) ma quello che conta, dopotutto, è sentirsi a proprio agio e affidarsi al proprio buongusto.

Che siate Gou Gous da bikini con stampa a girasoli o da boxer a righe e cappello di paglia sulla Riviera, quello che conta è che esprimiate il vostro stile… ma senza dimenticare la protezione solare, n’est pas?

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