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Le Rendez-Vous avec Alice Pons

11 Giu 2022 #alamode

Il nostro nuovo Rendez-Vous apre il sipario in un ambiente di altri tempi, fatto di corsetti, parrucche bianche, vitini da vespa e sfarzo di corte, ingredienti speciali di una ricetta segreta à la mode che nasconde curiosità e vicende storiche memorabili.

Tra manichini, stoffe, ricami ed una fetta di torta retrò di cui vi abbiamo tanto parlato, abbiamo il piacere di presentarvi Alice Pons, fashion designer e founder dell’omonimo brand Alice Pons Womenswear, per scoprire tutte le curiosità sul corsetto: il capo più iconico e femminile della storia.

Buongiorno Alice, da vere amanti del bon ton e delle lontane epoche in cui pizzi e merletti regnavano sovrani, siamo curiose di ascoltare il piacevole racconto della storia del corsetto. Il suo anno di nascita, l’ideatrice, chi lo introdusse come nuovo accessorio da indossare e quali usi se ne facevano.

Alice – Il corsetto ha una storia lunga, intricata, e molto controversa. Ha cambiato nome, forma e utilizzo incessantemente per quasi cinque secoli. Questo particolare oggetto è stato indossato in modo continuativo dal XVI al XX secolo nel mondo occidentale. Già nel 2.000 a.C. le donne cretesi avevano adottato una sorta di corsetto che lasciava il seno scoperto ed enfatizzava la silhouette, i fianchi e il petto, per rendere il corpo più “desiderabile “, mentre le donne greche e romane portavano sotto le tuniche strisce di cuoio per assottigliare la vita. Fece poi nuovamente la sua comparsa molti secoli più tardi, nel Quattrocento, con funzione spesso correttiva, indossato anche dagli uomini. Ma fu nel Seicento che trionfò nella moda, più severo nella Corte di Spagna, guarnito di raso, seta e merletti in Francia. Il primo corsetto fu invece introdotto da Caterina de’ Medici in Francia nel 1500, era di forma allungata, come un cono rovesciato, si portava sotto i vestiti e sopra esso venivano modellati gli abiti, con lunghe maniche e gonne pompose, sorrette dalle strutture metalliche a cerchi che venivano fissate in vita ai corsetti.  Da quel momento il bustino venne considerato un capo “indispensabile per la bellezza della figura femminile” a tal punto che Caterina bandì alle donne “dalla vita larga” l’accesso a corte!

Mentre nel Settecento il corsetto era ancora visto come elemento essenziale dell’abbigliamento intimo, fu solo dopo l’Illuminismo, periodo che affermava la necessità di un corpo più libero, agile e naturale, che il corsetto conobbe per la prima volta un’eclissi e poi un trentennio di scomparsa totale attorno al 1790, in contemporanea con la Rivoluzione Francese che segnò la fine degli sfarzi di corte e inaugurò una nuova epoca del vestire, ossia lo stile neoclassico. Con la Restaurazione però, oltre ai parrucchini, ne fu ripristinato l’uso, tanto che nel corso dell’Ottocento, la moda del corsetto si fece sempre più invadente ed esasperata. Sembrò scomparire con gli abiti esotici di Poiret o con la crociata femminista di Chanel, ma tornò a trionfare con il celebre New Look di Christian Dior nel 1947 come elemento funzionale per esaltare fianchi e décolleté, per poi scomparire di nuovo pochi anni dopo.

Ripercorrendo la storia del corsetto, abbiamo immaginato di essere alla corte del re di Francia, chi si occupava della sua realizzazione?

Alice – Se si pensa che la moda ottocentesca prevedeva per la donna un vestito per ogni occasione: da casa, da giardino, da visita, da carrozza, da passeggiata, da viaggio, da cerimonia… si può solo immaginare la quantità di corsetti che doveva comprendere un guardaroba elegante di una donna di corte. Tutti i corsetti erano realizzati a mano, spesso nella corte stessa, oppure da sarte specializzate in corsetteria, le uniche in grado di cucire questi modelli così complicati. I corsetti si creavano sovrapponendo diversi strati di tessuto, irrigidendo internamente la struttura con colle e cucendo canali in cui si inserivano le stecche, tipicamente di legno, corno, avorio, metallo, o di ossa di balena. Una volta creata una struttura rigida, i corsetti venivano allacciati sempre più stretti grazie a un sistema di stringhe incrociate sulla schiena e talvolta anche davanti.

Estasiate da questo gustoso racconto, spesso ci siamo domandate la differenza tra corsetto, corpetto e bustino, fondamentali per i nostri sfiziosi look d’altri tempi. Ci illustreresti le diverse caratteristiche?

Alice –  Anche se ormai questi termini vengono utilizzati indistintamente, tra un Corpetto, un Bustino e soprattutto un Corsetto ci sono delle differenze sostanziali che li rendono molto diversi tra loro.

Il primo a nascere è stato proprio il corsetto, indumento dell’intimo femminile a stretto contatto con il corpo. Oggi in commercio ne esistono vari, da poterli indossare anche come abbigliamento esterno; un esempio di corsetti ad uso esterno sono proprio i miei!

Ingredienti essenziali del corsetto: tre strati di stoffa non elastica, chiusura a lacci con occhielli, stecche…tante stecche, in resina o in acciaio che ricoprono parzialmente o totalmente la struttura.

I corsetti, fatti bene, si commissionano su misura a sarti esperti o a case di moda importanti esperte nell’haute couture. Tipicamente eleganti ideali per look da red carpet, met gala, cerimonie e matrimoni, questi capi vengono spesso smorzati, completano outfits streetwear, abbinati a un paio di jeans o sopra ad una camicia estiva oversize.

Evoluzione del corsetto è il corpetto, da uso esterno, di aderenza variabile ma mai eccessivamente largo, perché segue sempre le forme del busto.  Può essere scollato o accollato, anche con maniche o bretelline. I corpetti sono molto comuni e vengono venduti in taglie e sono di svariate forme. Per la chiusura dei corpetti solitamente vengono utilizzate zip, gancetti, asole, bottoni e nastri di raso, nelle più svariate forme, tipologie e soluzioni. Le stoffe utilizzate sono tipicamente due, una esterna e una fodera in raso solitamente.

Quando si parla di “Bustino” invece, s’intende un indumento sia da intimo che da uso esterno detto anche bustier. I bustini solitamente non hanno maniche, al più delle piccole bretelle che in alcuni casi vengono incluse per comodità e per ulteriore sostegno del seno. Ciò che contraddistingue il bustino da un corpetto, è l’uso delle “stecche” e proprio per rendere il bustino più aderente possibile al corpo ed evidenziarne così le forme, ne vengono inserite di diverse tipologie e grandezze. Ad oggi le stecche più utilizzate sono quelle in rigilene, realizzate in poliestere e chiamate anche “stecche di sostegno”, che consentono ogni tipo di movimento pur mantenendo la rigidità necessaria per l’aderenza e la forma del modello.

Di modelli sfornati, di stoffe e ricami preziosi indispensabili ingredienti per cuci(na)re su misura accessori pregiati e unici quali i corsetti, se ne sono succeduti diversi. Quali i più iconici e perché?

Alice – Vorrei illustrarvi alcuni pezzi da considerarsi iconici, non sempre per la preziosità delle stoffe e ricami, ma per il tempo e la dedizione con cui sono stati costruiti. Come già accennato, i corsetti nel XVIII secolo erano da considerarsi biancheria intima femminile con due funzioni: igienica e strutturale. Il corsetto formava una barriera igienica tra il corpo e gli abiti.

Negli anni Settanta Vivienne Westwood iniziò a utilizzare i corsetti come parte della sua estetica punk storicheggiante; immaginava che i suoi corsetti, leggeri ed elastici, dessero potere alle donne piuttosto che vincolarle divenendo simbolo di libertà d’espressione personale. Per quanto riguarda invece i corsetti iconici per eccentricità e innovazione, Thierry Mugler e Jean Paul Gaultier, geni dell’eccesso, del colore, delle forme esagerate, delle geometrie, riportano in vita i corsetti creando capi iconici che faranno la storia del costume degli anni ’80 e ’90, con ondate di forme a clessidra e vitini da vespa. Anche Alexander McQueen si servì degli iconici corsetti e busti totalmente rivisitati, a volte ancora più strutturati, per ottenere look da passerella di una drammaticità senza precedenti. Per non parlare dei look di John Galliano e Christian Lacroix, i quali proposero altri corsetti ancora, decorati da drappeggi e pizzi, sfumature sognanti e richiami alla moda più antica con gonne pompose e sottovesti sfarzose. Stella McCartney, Yves Saint Laurent, Tom Ford e Nicolas Ghesquière di Balenciaga hanno sperimentato la sartoria simile al corsetto nelle loro creazioni, a volte sovrapponendo i corsetti agli indumenti piuttosto che sotto di essi, da indumenti intimi in indumenti esterni.

 

Sognare tra look da passarella e iconici designers, ci ha fatto venir voglia di assaporare a piccoli morsi interessanti storielle che riempiono il cuore di gioia. Raccontaci degli aneddoti riguardo a questo capo di abbigliamento tanto chiacchierato!

Alice – In molti pensano ancora che i corsetti siano stati delle vere e proprie gabbie e strumenti di tortura per le donne, ma in pochi sanno che gli stessi oggetti sono anche stati complici di storie d’amore incredibilmente romantiche, il cui ruolo era di protezione del corpo e dei propri oggetti, come una cassaforte. Anche ai tempi ognuno aveva i propri segreti da custodire, e quale miglior oggetto se non un corsetto pieno di stecche da incidere e ammirare segretamente, con tante rispettive taschine che celavano queste preziosità dal resto del mondo?

Le stecche venivano usate come vere e proprie lettere e pegni d’amore tra gli innamorati, custodite tra due lembi di stoffa, incise con nomi, date e simboli d’amore perché posizionate proprio vicino al cuore.

Amore e creazione sono legati da un filo indissolubile, proprio in merito a ciò, visto che pur sempre di amore si tratta, parliamo di Alice Pons Womenswear. Allietaci facendoci conoscere l’inizio della tua storia romantica con questo indumento femminile, dell’arte di famiglia, della nascita dell’idea e di questa tua passione divenuta a tutti gli effetti un lavoro.

Alice – Da piccola aiutavo mia mamma, anch’essa stilista della sua omonima linea di vestiti, nella scelta dei materiali, dei colori e fantasie per i suoi capi artigianali, mi rendeva partecipe nella creazione dei modelli e nella scelta dei tagli di ogni vestito. Vedere tutto ciò sin da giovanissima ha sicuramente contribuito alla mia decisione di intraprendere una carriera nel settore della moda, ma soprattutto mi ha dato il coraggio di mettermi in proprio come giovane imprenditrice. Per quanto riguarda la mia speciale passione per la corsetteria, tutto è iniziato quasi per caso o per destino. Frequentavo la London College of Fashion, università di moda, quando all’ultimo anno per la mia collezione finale mi son ritrovata a disegnare il mio primo corsetto. Quello specifico modello che è presto diventato il mio segno riconoscitivo, era ispirato ad un bustino di epoca Rococò trovato in un archivio della Central Saint Martin’s; un pezzo unico nel suo genere che mi ha totalmente rapita. Mi sono perdutamente innamorata della storia di questo particolare oggetto, della sua solida struttura e versatilità, dell’impressionante effetto a clessidra che riusciva ad ottenere su tutti i corpi femminili, di ogni forma e misura.

 

Ti occupi personalmente della scelta dei tessuti, dell’idea creativa e delle stampe e/o ricami? In media, quanto tempo ti occorre per creare un corsetto?

Alice – Per le mie collezioni di corsetti prendo sempre ispirazione da modelli d’epoca, il processo di realizzazione di un corsetto inizia sempre da un’approfondita ricerca delle forme originali nelle diverse ere storiche, segue poi una modernizzazione completa della struttura per rendere ogni pezzo versatile e adatto alle esigenze e forme della donna moderna.  Disegno io stessa tutti i modelli di corsetti insieme a gonne, pantaloni, camicie e vestiti, scegliendo tagli e fantasie che riescano a dare vita alla mia estetica. Ricerco tessuti di primissima qualità, preferibilmente sostenibili e organici, tipicamente sete, lini e cotoni italiani. A volte collaboro con altri brand per creare stampe o tinte uniche, per rendere ogni pezzo ancora più speciale e riconoscibile in una società bombardata da fast fashion, mi piace distinguermi e andare controcorrente, prediligendo uno slow fashion approach e proponendo capi di alta qualità, immortali e unici.

I modelli che richiedono più tempo per la realizzazione sono sicuramente i corsetti, la cui manifattura varia dalle 15 alle 20 ore di lavoro, senza contare che tutti i prodotti sono anche riproducibili su misura, con lo scopo di far vivere ad ognuno un vero viaggio temporale, in cui la persona rimane il fulcro per la realizzazione dell’abito ad hoc, e i suoi gusti e preferenze sono la priorità.

Se dovessi immaginare noi gourmode addict nel passato, in quale periodo storico ci faresti vivere e quali corsetti sceglieresti per noi?

Alice – Per lo stile di vita gourmode, per gli amanti del buon gusto, appassionati del bello e dell’etichetta, ho pensato che un bel viaggio nel tempo con tappa XVII secolo non vi deluderebbe. Tra tessuti sontuosi come il velluto, la seta o il broccato e linee degli abiti femminili vaporose e seducenti. Vi immagino presso la corte francese nel periodo di transizione dal Barocco al Rococò, caratterizzato dallo spirito esuberante ed eccessivo che invase Versailles e Parigi e che da lì conquistò le altre corti europee.

 

Alice, ammaliate da così tanta eleganza e femminilità, ti ringraziamo con un grazioso inchino per aver condiviso savoir-faire, moda e raffinatezza con noi.

Ed ora? Sarà forse giunto il momento di trasformare bozzetti ed episodi storici in realtà?

Scoprite la selezione speciale su Boutique Gourmode e fatevi conquistare dall’intero mondo di Alice Pons Womenswear.

E con un corsetto ben allacciato e una riverenza vi lasciamo viaggiare con la fantasia!

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