Gazette

Poisson d’Avril

1 Apr 2022 #clarasletter
Dell’arte di fare scherzi e stare al gioco

Ah la folie d’avril!

La primavera sboccia impetuosa, sembra scoppiare spumeggiante come una bottiglia di champagne a capodanno. Ma capodanno è un ricordo lontano.

Mi sento un po’ una bollicina di rosé e “salirò, salirò, tra le rose di questo giardino”. 

Si respira per le strade sotto le fronde una follia irriverente, il battito del cuore è intermittente. 

Mi innamoro un po’ di tutto ciò che mi circonda, dal mio abito pastello al passante che ho incrociato al parco alle sei di pomeriggio. Era seduto su una bellissima panchina.

Che fretta c’era, maledetta primavera!

Mi viene da ridere e “non so proprio perché”. 

Forse è perché le giornate si allungano, gli aperitivi si moltiplicano e sono al N’Ombra de Vin al quarto calice. “Non so proprio perché”, si fa per dire.

Com’è bello fare le burle, ma non sempre è facile trovare chi sa stare al gioco. 

Badate a chi non comprende l’ironia. “Che noia, che barba!” come direbbe Sandra.

Chi dorme non piglia pesci, si dice per l’appunto.

Non come voi che questo pesce d’aprile l’avete pigliato eccome, ordinato nella sua veste migliore, sotto sale, sfilettato e degustato fino all’ultima lisca. 

Spero vi stiate facendo una risata, se non state ridendo potete cambiare canale. 

Che poi sapete peraltro come nacque il pesce d’aprile?

Le ipotesi si confondono nella leggenda come i pesci rossi nell’acqua stagnante dei Giardini della Guastalla. 

Si mormora che la prima ad ordire sapientemente una burla a tema poisson fu la regina d’Egitto Cleopatra. 

Cleopatra sfidò in una gara di pesca il condottiero romano Marco Antonio, che per tenere alto il nome di maschio alfa e sfuggire dall’umiliazione di perdere contro una donna, chiese a uno schiavo di inserire di nascosto un pesce al suo amo. Ma la Regina d’Egitto, scoperto l’inganno, fece attaccare all’amo un gigantesco pesce finto rivestito di pelle di coccodrillo, prendendosi gioco del condottiero. Che chic!

Tuttavia la tradizione contemporanea del pesce d’aprile comincia a fine ‘500 quando in Europa il re Carlo IX decise di adottare il calendario gregoriano.

Fino a quel momento, il Capodanno si celebrava tra il 25 marzo, vecchia data dell’equinozio di primavera, e il 1 aprile, giorno dedicato alla festa, alle libagioni e ai banchetti.

Che poi vista l’aria spumeggiante e il feeling da bollicina di champagne, ci poteva anche stare. 

Molti francesi, alcuni sbadati e altri perché contrari al cambiamento, continuarono a festeggiare in questo periodo come ai vecchi tempi.

Gli altri, per prenderli in giro, iniziarono a fare loro doni assurdi o vuoti al cui interno si trovava solo un foglietto con scritto poisson d’Avril o inviti a feste inesistenti, per l’appunto.

Già ma il nome… Cosa c’entrano i pesci, direte voi? I pesci abboccano facilmente all’amo, come le vittime delle burle. 

Così come voi, che siete caduti nella mia. Excuse moi.

Ma siete sicuri che l’invito fosse ad una festa inesistente? O sarà uno scherzo nello scherzo?

Magari un rendez-vous c’è per davvero, forse si o forse no… non per altro vi ho promesso ricchi premi e cotillion e la gourmode parola viene sempre mantenuta. 

Bisou

Clara

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